Profili dei Viandanti

I profili che seguono sono tutti rigorosamente autobiografici, quindi vergini di servo encomio (e naturalmente di codardo oltraggio). Ciascuno è responsabile dell'immagine che ha voluto dare (o non dare) di sé.

La caratteristica di questa sezione è la sua assoluta inutilità: i Viandanti si conoscono benissimo tra di loro, e chi non li conosce non trarrà da essa alcuna informazione significativa. Ma è un gioco, così come tutto questo sito, all'interno del quale, una volta stabilite e accettate le regole, ci si può permettere anche il lusso della totale gratuità.


Antonio Cammarota

Rarissimo esempio di Viandante da divano, amante di libri, fumetti e di qualsiasi cosa profumi di “oriente”.

Artista per fede a riposo, da sempre “cercatore del mio Humboldt” – secondo l’augurio del nostro Decano – senza peraltro averlo ancora trovato ...

Difetti: DIFETTI?! Suscettibile, forse ...

Virtù: Nessuna. Diffido di uomini e – soprattutto – di donne virtuose. 

Vezzi: Sentirsi un intellettuale tra gli operai e un operaio tra gli intellettuali.


Enzo Capello

Architetto a tempo perso, da quando è stato folgorato dall’esperienza mistico-cultural-trascendentale dei Viandanti si dedica ossessivamente alla “conquista dell’inutile”, ripercorrendo le principali vie classiche delle Alpi e studiando con passione la cultura materiale delle valli alpine (leggi: formaggi).

Vezzi: la ricerca ossessiva della Bellezza.

Virtù: vive la precarietà come condizione fondamentale.

Difetti: testardo come un mulo d’alta quota.


Marcello Furiani

Cane sciolto per ventura e per pervicace, sebbene anarchica, vocazione.

Bibliomane irriducibile e lettore accanito, da quando a sette anni ha incontrato “La sirenetta” di Andersen (ha poi continuato a cercarla per tutta la vita). Del viaggio ama il mentre, e predilige cammini lenti, in cui inciampare in pietre e imprevisti.

Vezzi: reclama e rivendica parole precise, quelle che per evocazione o proprietà riescono a raccontare, a imprimere, a urticare.

Virtù: sa ascoltare, è sentimentale quanto basta, sa tagliare la legna e accendere un fuoco.

Difetti: ha un ego che ama specchiarsi.


Stefano Gandolfi

Camminatore d’alta e bassa quota, fotografo, medico, scrittore, viaggiatore (ma non eccelle in nulla se non per l’ entusiasmo), in attesa di decidere cosa farà da grande, cerca di vivere e condividere le emozioni di un interminabile viaggio attraverso la vita.

Vezzi: emozionarsi di fronte allo spettacolo della natura anziché dentro a un centro commerciale.

Virtù: nessuna (in base ai criteri della “normalità” dominante).

Difetti: Si ostina credere in un pensiero indipendente.

 

 


Marco Moraschi

Scettico, minimalista e indipendente, ama tutto ciò che non è normale, ma visto che è anche un po’ nerd, rassicura dicendo che “ripristinerò la normalità, appena sarò sicuro di cosa sia la Normalità”.

Vezzi: registra il suono della vita e lo riascolta alla sera.

Virtù: ama le persone e usa le cose, mai il contrario.

Difetti: non rilegge ciò che scrive e riscrive ciò che legge.

 

 


Elisa Repetto



Paolo Repetto

Il decano. Cerca di imparare da quasi settant'anni, ha tentato di insegnare  per più di quaranta.

Bibliomane certificato (ma senza sostegno), frequentatore di libri e di sentieri anziché di mostre e convegni e festival culturali.

Vezzi: ama considerarsi l'ultimo (e l'unico) degli anarchici.

Virtù: la sete euforizzante di conoscenza.

Difetti: la sete paralizzante di conoscenza.


Fabrizio Rinaldi

Coordina il lavoro degli altri, mentre cerca le proprie coordinate. È un impegno costante che impone perseveranza e fiducia per “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio” (Italo Calvino, Le città invisibili).

Vezzi: essere un gentleman, un po’ cinico, che ama le cause perse, ma che permettono di sognare.

Virtù: considerare valore i gesti insignificanti e gratuiti.

Difetti: non vuole essere ricordato.


Giuseppe Schepis

Tecnico per necessità, naturalista per vocazione inespressa, fugge appena possibile nelle terre selvagge, fisiche e metafisiche, ove concesso accompagnato dagli altri Viandanti – quella compagnia picciola dalla qual non fui diserto.

La sensazione di essere on the wrong sector of the wrong side lo abbandona solo nelle terre alte ed assieme ad una ridottissima minoranza umana.

Vizi: pervicacemente ortodosso.

Virtù: ostinatamente ortodosso.